⁣Culturalmente, il giudizio estetico tende a seguire degli standard che si formano nel tempo. Nella cultura occidentale, ancora basata su stereotipi binari di genere (m/f), si è consolidata l’idea per cui la femminilità si esprime e giudica principalmente secondo criteri di bellezza e sensualità, intese a livello di attrattiva sessuale.⁣

Questa pratica è detta oggettificazione sessuale, ovvero la valutazione del corpo — in questo caso femminile — soprattutto come oggetto volto a soddisfare il piacere sessuale altrui; quando questo sguardo viene interiorizzato e la stessa persona arriva a valutare il proprio corpo come qualcosa di “esterno” a sé, e dipendente da ciò che il contesto culturale definisce “attraente”, si parla invece di auto-oggettificazione. ⁣

È stata dimostrata una correlazione tra auto-oggettificazione e disturbi alimentari, controllo costante del proprio aspetto e body shaming: anche per questo è importante cambiare la narrativa dominante sugli stereotipi di genere ed estetici.⁣

Con l’arrivo dei social network l'oggettificazione del corpo femminile nello specifico è diventata ancor più visibile: piattaforme come Instagram, basate cioè principalmente sull’immagine, contribuiscono a riprodurre e normalizzare l’aderenza a certi standard di per sé tossici.⁣

Dalle funzioni di ranking e i commenti*, fino ai filtri-bellezza, la costruzione dell’identità digitale femminile incoraggia l’auto-oggettificazione, quando la manifestazione di ciò che non rientra nei canoni subisce più spesso attacchi e censura; in questo senso, ottiene maggiore approvazione quel soggetto femminile che si rappresenta come sessualizzato, idealizzato o “beautificato”.⁣

I social network, se usati esclusivamente per riaffermare stereotipi possono contribuire a generare ansia, senso di competizione e insicurezza; tuttavia, l’uso e la condivisione del proprio corpo su queste piattaforme può anche essere legato a un sano “empowerment” individuale e collettivo — ne parleremo nel prossimo post della nostra rubrica digitale.⁣

Fonti:
-Gill, R. (2007). Postfeminist media culture: Elements of a sensibility. European journal of cultural studies10(2), 147-166.
-Ramsey, L. R., & Horan, A. L. (2018). Picture this: Women's self-sexualization in photos on social media. Personality and Individual Differences133, 85-90.
-De Vries, D. A., & Peter, J. (2013). Women on display: The effect of portraying the self online on women’s self-objectification. Computers in Human Behavior29(4), 1483-1489.